Oggi grande evento di arrampicata, grande impresa personale su ghiaccio portata a termine grazie al supporto di Fulvio Conta, allenatore a livello nazionale del Cai, e ad altri preziosi amici che mi hanno pazientemente sostenuta in questi mesi di training. Dopo aver provato alcuni passaggi della via Jane presso l’Ice Park di Ceresole, nella Valle dell’Orco la scorsa settimana, finalmente stamattina sono riuscita a portare a termine il tiro con successo, raggiungendone la vetta a 20 metri di altezza.
Nuova esperienza per Fulvio, che in 35 anni di insegnamento, non aveva mai arrampicato con un’atleta non vedente, ma è stato così abile nel condurmi in cima alla parete, che dei miei occhi birichini, sembrava non importargliene nulla. Dal canto mio, ho avuto un paio di sensazioni ovvie, se possiamo definirle tali, oltre ad un’altra, decisamente più profonda, direi. In primis, il freddo che si faceva sentire in tutto il corpo, nonostante l’abbigliamento tecnico, in particolare nelle mani; in secondo luogo, ho notato una pace pazzesca, che derivava sicuramente da quel silenzio ovattato, tipico delle zone di montagna avvolte dalla neve. Ultima ma non meno importante, è una sensazione di “distacco”, se vogliamo chiamarla così, ossia una percezione di distanza tra me e il ghiaccio, dal momento che non lo potevo vedere e non lo potevo neppure toccare, considerata l’attrezzatura che ci separava. Quindi per riuscire bene in questa sfida ho capito che le piccozze e i ramponi, prolungamenti dei miei arti, dovevano essere per me degli alleati e non dei nemici, che mi permettevano di sentirmi più vicina alla superficie ghiacciata, per tastarla e fenderla al meglio un passo alla volta.
Raggiunto un altro obiettivo, ringrazio, per essere sempre al mio fianco, i miei sponsor: Rossetto Srl, Lions, K3, Ifit, E9 e La Sportiva.