Sin da piccola amo ballare e, dopo averlo fatto a lungo per casa, da ragazza i miei genitori mi hanno accompagnata in alcune scuole di ballo della nostra zona, per far si che io avessi una base nelle discipline singole e di coppia. Alternando lezioni di danza orientale e contemporanea, con altre di liscio e ballo da sala, mi sono imbattuta nel mondo latino e caraibico, a cui resterò legata per sempre, credo. Mondo nel quale sono stata attirata dalla Crazy Dance Academy, in particolare dai maestri Stefano e Sharon, che inserendomi nei loro numerosi corsi collettivi per normodotati, mi hanno dato la possibilità di apprendere come e quanto gli altri membri del gruppo.
Sostenendo che la danza sia per tutti, ritengo importante promuovere l’integrazione sociale anche in questo settore sportivo, dal momento che possiamo essere tutti uguali nel seguire il ritmo della musica. Pertanto ho accettato la proposta di Liberi e Forti ASD (Società dedita alla danza e alla ginnastica artistica, affiliata alla Federazione Ginnastica d’Italia e al CONI), di essere testimonial nel progetto di danza inclusiva della scuola Ballo Anch’Io.
L’evento a cui ho preso parte, intitolato “A svegliarmi ci pensa la vita 2.0”, si è svolto la scorsa sera in un bel teatro nelle vicinanze di Lodi, ed è stato un successone, evidenziato dall’entusiasmo dimostrato dal centinaio di persone presenti nel pubblico. Tra normodotati e disabili, sono finita sul palco persino io, muovendo i passi di una bachata e di una salsa, guidata da uno dei professionisti scelti per la serata. L’onore più grande dal canto mio, è stato il ballo finale di gruppo dove ho danzato seduta in braccio a Chiara Pedroni, campionessa italiana di danza sportiva paralimpica in carrozzina, sventolando per aria degli scenografici pompons luminosi.