Nei primi di maggio sono iniziate le presentazioni del mio romanzo, sviluppatesi rapidamente dalle testate di giornali locali e nazionali, alle radio e persino nei programmi tv della Rai e di Mediaset. Sapevo che il mio 2019 sarebbe stato ricco di eventi e conferenze, per l’appunto grazie alla pubblicazione del libro, ma non credevo di raggiungere addirittura una o due interviste al giorno, come sta accadendo ultimamente, poichè continuo a ricevere proposte di iniziative varie, principalmente sul sito ma anche sui social.
In questo periodo risulta fondamentale la mia buona organizzazione abituale, ma trovo siano assolutamente indispensabili l’aiuto ed il supporto che ricevo dalla mia famiglia e dai miei amici, che mi offrono tante mani, o meglio, tanti occhi in prestito di cui ho puntualmente bisogno, per gestire al meglio ogni cosa. Sino a dicembre ho una media di una decina di presentazioni al mese del mio romanzo, ma ancor prima di viverle tutte, posso affermare che la migliore, la numero 1, è, e rimarrà, credo, quella al Salone internazionale del libro, che si è svolta il 12 maggio, presso il Lingotto fiere di Torino. È stato un successo per la mia carriera da atleta paralimpica e scrittrice, ma lo è stato ancora di più a livello personale, siccome la mia partecipazione si è rivelata gratificante a 360 gradi. Infinite le emozioni provate, i complimenti e gli applausi ricevuti, i sorrisi ricambiati, gli abbracci e le lacrime di gioia, le strette di mano e le dediche timbrate, e soprattutto era potente la carica energetica che sentivo aleggiare ovunque attorno a me. Ricordo che afferrando il microfono, in piedi sulle mie scarpette azzurre dal tacco alto, la mia editrice mi aveva bisbigliato due parole nell’orecchio: “Sold out”, ed è stato allora che ho realizzato che davanti a me erano tutti occupati i 90 posti disponibili e, che la gente che udivo ancora entrare, sarebbe rimasta in piedi in fondo alla sala Atlantide.
Non potrò mai dimenticare questa giornata di esordio, scelta con cura dalla mia casa editrice Hever, che mi sta sostenendo alla grande in un mondo nuovo per me, dove la diffusione di un romanzo non è semplice, ma ci stiamo impegnando entrambe per riuscirci e, il mio ottimismo mi dice che andrà tutto bene, perché “Se vuoi, puoi”.