Aerogravity Disability Project

In questi anni, nelle competizioni in pista di atletica, ho avuto modo di conoscere Diego Gastaldi, un super atleta che corre in carrozzina oltre a fare mille altre cose giusto un po’ spericolate. È stata la nostra amicizia abbinata a una grande voglia di volare, a portarci nel mondo dell’unico paracadutista italiano con licenza attiva nel lancio in paracadute dall’aereo pur essendo paralizzato, Andrea Pacini. Attualmente responsabile del Disability Project di Aerogravity a Milano, ha accolto me e Diego in questa sua seconda casa si può dire. Si tratta di una galleria del vento verticale che da la possibilità a tutti di sperimentare l’esperienza del volo in un cilindro di cristallo alto otto metri a cui se ne aggiungono altri sette, grazie a sei turbine potentissime e un flusso d’aria fino a 370 km/h, è capace di vincere la forza di gravità e sostenere chiunque in volo. “Ti garantiamo il massimo divertimento senza alcun rischio”, mi hanno assicurato i professionisti di Aerogravity al mio ingresso in sala briefing dove sdraiata a pancia in giù su una panca, mi hanno spiegato la posizione corretta da mantenere in volo oltre a una serie di segnali tattili sul mio corpo per potermi poi guidare nei movimenti. Già perché in aria così come sott’acqua, non riuscendo a comunicare a voce e nel mio caso neppure visivamente, è necessario accordarsi con l’istruttore sui comandi tattili da mettere in campo per capirsi prontamente. Una volta indossato l’equipaggiamento fornitomi: tuta comoda, casco, occhiali e tappi per le orecchie, ho donato totale fiducia a Pier, il mio istruttore che mi ha condotta all’ingresso del tunnel e via. La felicità e l’emozione di vivere questa esperienza, della durata di dieci minuti divisi in quattro sessioni da due minuti e mezzo l’una trattandosi di un training avanzato per paralimpici, mi hanno accompagnata ogni volta fino al momento in cui si apriva la porta. Da prima le mie mani venivano avvolte dall’aria forte, poi avanzando solo di un passo, anche il resto del corpo veniva catturato dal vento che in modo naturale mi portava a staccare i piedi da terra e iniziare a volare proprio come fossi un uccello. Fluttuando mi divertivo tanto che non avrei più smesso ma insieme a me e a Pier volava anche il tempo che non volevo sprecare per niente al mondo, così concentratissima sui comandi concordati, ho capito come posizionare il corpo per spostarmi nello spazio. Era come galleggiare avanti e indietro, ruotare verso destra e verso sinistra, tuttavia ammetto di non aver capito più niente quando proprio come fossi una barbie, l’istruttore mi ha fatto sperimentare le sensazioni di paracadutismo sportivo portandomi velocemente su e giù nei 15 metri disponibili. Ringrazio tantissimo il team di Aerogravity per questa stupenda opportunità che condivisa sia con Diego che con Andrea che ammiro molto, sarà per me indimenticabile.

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